Pochi giorni fa avevamo iniziato a raccontarvi la storia del Prosecco, di come questo spumante veneto abbia avuto negli ambienti veneziani, pieni di nobili, famiglie benestanti e soprattutto ricchi di turisti, il proprio trampolino di lancio.
Merito anche di Giuseppe Cipriani (Verona 1900 – Venezia 1980), barista gentiluomo diventato imprenditore, fondatore dell’Harry’s Bar.
Come si legge in Wikipedia, Cipriani, dopo varie esperienze di cameriere in giro per il mondo, tornò in Italia e ” trovò lavoro presso un albergo di Venezia dove, nel 1927, avvenne un fatto che gli cambiò la vita. Presso l’albergo in cui lavorava era ospite un’anziana signora statunitense accompagnata dal giovane nipote Harry Pickering. Un bel giorno la signora partì lasciando il nipote senza un soldo. Giuseppe Cipriani, che era diventato amico di Harry, gli fece un prestito di 10.000 lire in modo che il ragazzo potesse rientrare in patria. Si trattava di una grossa cifra che qualche anno dopo gli venne rimborsata con gli interessi. Nel febbraio del 1931, Harry Pickering tornò a Venezia restituendo al Cipriani la somma avuta in prestito con l’aggiunta di altre 30.000 lire. Con questa capitale in mano, il trentenne Giuseppe decise di aprire un bar in un vecchio deposito di cordami nelle adiacenze di piazza San Marco, decidendo di chiamarlo Harry’s Bar in onore dell’amico americano. Da qui nacque la sua fortuna che lo portò prima ad aprire una locanda a Torcello e poi l’Hotel Cipriani alla Giudecca.” [grassetti nostri]
Ma Cipriani non fu solo un gentleman e un grande imprenditore, ma anche, e soprattutto, uno dei maggiori barman di sempre, capace di attrarre alcuni dei più importanti uomini del mondo della cultura di metà Novecento.
Sua l’invenzione del Carpaccio, piatto unico a base di carne cruda, e soprattutto del Bellini, così chiamato perché ricordò a Cipriani il colore della toga di un santo in un dipinto del pittore Giovanni Bellini.
[to be continued]