Aperitivo
Panino alla porchetta con porchetta
Ennio Flaiano diceva che l’Italia non è suddivisa in nord e sud, ma in est e ovest.
Preparazione tradizionale delle regioni del centro Italia, la porchetta è suddivisa in due scuole di pensiero. Aromatizzata con rosmarino, in Toscana, Lazio e Umbria, e con finocchio selvatico, nelle Marche e in Abruzzo.
Famose quelle di Campli, in provincia di Teramo, e soprattutto di Poggio Bustone, in provincia di Rieti. Per non parlare di quella di Ariccia, in provincia di Roma, a marchio IGP.
Cosa ci fa però il prodotto più intenso e rustico, forse il più lontano in assoluto dal linguaggio della ristorazione ‘alta’, ad una cena preparata da uno Chef superfine come Mauro Uliassi?
Semplice: a dare felicità e sdrammatizzare la crisi.
Questa immensa porchetta, alla pari del Bellini, guarda nuovamente alle spezie del vicino oriente. Il risultato è un panino mignon che ha consistenza e sapore della porchetta classica, e aromi che ricordano il kebab.
Ma non quelli turchi, bensì quelli iraniani, privi di yogurt.
Risultato: Beppe Viola, fuoriclasse del giornalismo sportivo morto giovanissimo, una volta scrisse “sarei disposto ad avere 37 e 2 tutta la vita in cambio della seconda di servizio di John McEnroe“.
Noi, nel nostro piccolo, saremmo disposti ad avere 37 e 2 tutta la vita per avere una porchetta del genere a 200 metri dall’ufficio.
Voto: ♦♦♦♦♦ L
[immagini: Monica Palloni]