Ci fa piacere pubblicare quest’articolo in concomitanza della conferma delle tre Stelle Michelin al nostro amato Mauro Uliassi. Di seguito, il racconto di Francesca Celi, di quella meravigliosa esperienza che è stato il nostro laboratorio “Saturnico” alla Banchina di Levante.
Un pensiero che, da quando avevo saputo la data precisa dell’appuntamento con il senigalliese attualmente più famoso al mondo, si presentava come un fulmine nella mia testa spintonando tutti gli altri fino a buttarli fuori. Come mi sentivo a scrivere di un tristellato che è sulla bocca e sulla penna di tutti? Come alla Notte prima degli esami quando la canzone di Venditti a tutto volume andava in un continuo rewind, o meglio in quel limbo che precede il primo bacio quando fondamentalmente sei confuso e felice, indeciso tra il desiderare che arrivi il prima possibile o che il tempo si fermi lì per sempre. E cosa mi aspettavo? Che i piatti del Lab 2019 uscissero finalmente da riviste patinate, immagini instagram, post e articoli letti e riletti e si posizionassero davanti a me, pronti a ricollegarsi a un profumo, a una consistenza e a un gusto per ora solo immaginati.
I soliti – insoliti appetizer, si inizia con il loacker ( wafer al foie gras) più sconvolgente che il mio palato abbia mai assaggiato, si continua con un intenso crostino di acciughe e tartufo nero e si conclude con un finta oliva all’ascolana con tartare e “nocciolo” di mandorla, un sorso di kir royale ed è già atarassia. A seguire, un piccolo crunch mono- morso con cracker di ceci e maionese vegana. Intanto un ricercato pane alle alghe kombu chiama il burro d’ostrica. E io lo accontento all’istante.
Gambero rosso crudo, saturnia e agrumi. Sa di mare e di vento fresco e leggero. Profuma d’estate, di pelle rosea sfiorata dal sale e bagnata dal sole. La meglio gioventù, i primi dolci baci.