ospitalità s. f. [dal lat. hospitalĭtas –atis].
1. Qualità di chi è ospitale; cordiale generosità nell’accogliere e trattare gli ospiti: è noto per la sua o.
Se dovessi trovare una parola per il #SaturniaLab svolto nello storico ristorante Sangiorgese Damiani & Rossi, ecco questa sarebbe davvero quella giusta. In molti modi si possono ricevere i propri commensali, ma l’ospitalità quella vera ti fa sentire a casa, ti fa sentire coccolato e se unisci queste sensazioni ad un menù a base di pesca saturnia… sai già che uscirai soddisfatto dell’esperienza.
Il secondo appuntamento della florida stagione dei laboratori sulla Pesca Saturnia® è stato esattamente come un secondo appuntamento romantico. Atteso, carico di aspettative, intenso e con il bacio finale al sapor di pesca… Anzi. Forse, ripensandoci, è stato anche meglio di un appuntamento romantico.
In una calda giornata di fine primavera, in un ampio tavolo che il Covid ha ulteriormente esteso a mo’ di banchetto medioevale, di fronte a una vetrata dove i pensieri scappano per tuffarsi nel mare, inizia il nostro saturnico viaggio. È un goloso girovagare per il mondo che, dopo tanta clausura, è quella sana boccata di ossigeno e internazionalità che tanto mancava.
(Scrive Francesca Celi del Blog Fragustoepassione)
Sorrisi che trasparivano dalle mascherine e sguardi carichi di emozione, ecco come ci hanno accolto Ornella e Aurelio pochi giorni dopo la fine del lockdown. La candida tavola era impeccabile e semplice allo stesso tempo, al centro spiccavano le pesche come gioielli preziosi. Appena seduti a tavola non lo sapevamo ancora, ma quelle gemme color rubino avrebbero dato al menù un tocco raffinato come pochi altri ingredienti potrebbero fare.
Seduti attorno alla lunga tavola, i volti dei commensali erano un misto di curiosità e attesa. Conoscendo la sapienza dello chef Damiani, tutti non vedevamo l’ora di assaporare il menù proposto per l’occasione. Consci del fatto che, per la primissima volta, la sera stessa anche i clienti del ristorante avrebbero gustato i piatti a tema Pesca Saturnia che noi avevamo l’onore di assaggiare in anteprima. Poi, sotto lo sguardo attento di Ornella, comincia a muoversi aggraziato intorno a noi lo staff di sala, che il pranzo abbia inizio.
Partiamo subito con una sorpresa inaspettata: un sorso di kombutcha a base di fermentato di pesca saturnia che prepara il nostro palato agli antipasti. Dolce e pungente al tempo stesso, questo bicchierino di nettare saturnico stimola già tutte le nostre papille che fremono dalla voglia di assaggiare l’intero menù.
Ostrica & Pesca potrebbe essere il titolo della nuova hit dell’estate, ma per il momento rimane un boccone dolce e sapido pensato dallo chef Damiani. Si prosegue poi con una deliziosa Ceviche di gamberi rosa tra crudo e brodetto. Ora è esplicito, quello che pensavamo essere un percorso degustazione locale si è dimostrato essere un perfetto connubio di influenze internazionali.
E poi arriva lui, l’Escabeche di cozze, prontamente ribattezzato l’Escapesche. Che, vi dirò, è davvero azzeccato visto il modo in cui il sapore della Saturnia spicca fra gli altri tenendo testa alla sapidità della cozza. La variazione sul tema in questo caso è stato il sostituire la carota utilizzata nella ricetta originale dell’escabeche con la pesca saturnia. A dare la giusta spinta al saturnico frutto è stato lo straordinario rispetto per le materie prime e pure… un tocco delicato di aceto!
Nasturzio, capesante e Pesca Saturnia. Appena arrivato in tavola il piatto, già conquista tutti per il suo aspetto seducente, ma sarà il primo boccone a farci alzare gli occhi al cielo e sospirare dal piacere. La capasanta morbida e saporita è scottata e accompagnata con pesca marinata, chips di pesca e salsa al nasturzio.
La paella nel piatto. Ecco. Se proprio vogliamo trovare un neo a questo SaturniaLab sangiorgese è proprio il nome di questo piatto. Perchè il tortino di riso cotto con il brodo di aringa e rivisitato al salto, prende note affumicate e legnose che vanno a contrastare la dolcezza acidula della pesca sottile marinata con aceto e acqua di pomodoro… merita davvero di più. Un nome importante, un nome che anticipi la grandezza del piatto e la complessita dei sapori. Ma visto il risultato, come si chiama questo riso al salto poco importa, lasciamolo senza nome. Purchè sia possibile gustarlo ancora, ancora e ancora. Si capisce che è stato il mio preferito?!
Dopo avere ancora il palato gaudente dal piatto precedente. D’improvviso un fuori menù ci spiazza. Ci ritroviamo davanti una Pesca Saturnia nella sua interezza, glassata con una salsa “all’arrabbiata”. Il braccio destro dello chef Aurelio ce la presenta con un sorriso, anzi se la ride proprio, perchè sa che ha colpito nel segno… ovvero stupirci.
Ricciola arrostita, nocciola e burro di Pesca Saturnia. La ricciola pescata in mare aperto e arrostita offre un vago ricordo dei più tradizionali arrosti di pesce. Ma già al primo boccone la salsa di alloro ti desta con un ceffone e il burro di pesca fermentata ti conforta rassicurante.
Predessert con pesca cruda, pesca in osmosi con whisky, polline e calendula. Se dovessi definire questa proposta in una parola probabilmente non ci riuscirei. La dolce Saturnia “omogeneizzata” insieme a quella cruda più corposa, che si abbracciano a suon di whisky e tengono testa al polline vagamente amaro… credo non ci siano parole nel vocabolario italiano che possano definire tutto ciò. Va semplicemente assaporata.
Clafoutis con gelato di Pesca Saturnia agre. Questo menù saturnico che ci ha fatto viaggiare pur rimanendo ben saldi tra le braccia dei padroni di casa, termina con un dolce francese. Il contrasto del tiepido del tortino su cui campeggia la Pesca Saturnia a fettine sottili e il gelato di pesca fresco e leggero, sono la conclusione perfetta di questa degustazione che ci ha fatti sentire a casa mentre i nostri palati viaggiavano.
Che dire? Anche questa volta il SaturniaLab è stato un vero e proprio successo. Lo Chef Aurelio Damiani e la sua brigata hanno valorizzato la nostra Pesca Saturnia in ogni singolo piatto mentre la sua consorte Ornella Rossi ci ha coccolati con delicata attenzione dall’inizio alla fine. I commensali, tutti componenti di spicco del mondo gastronomico marchigiano, hanno ulteriormente allietato un pranzo a dir poco perfetto.
Da Porto San Giorgio è tutto.
Per ora.