Nella Scampagnata (1936) di Jean Renoir, M. Dufour, chincagliere di Parigi, in compagnia della suocera, della moglie, della figlia e del commesso Anatole, che è anche suo futuro genero e suo futuro successore, decide una domenica d’estate 1860 di andare a ritrovarsi faccia a faccia con la natura.
Come si legge su Wikipedia, “la comitiva fa sosta in un’osteria sul fiume, il Restaurant Poulain, che promette fritture e piatti di pesce al modico prezzo di due franchi e mezzo.
La moglie e la figlia, inebriate dal piacere della campagna, dalla gioia di dondolarsi sull’altalena, dalla libertà di pranzare all’aperto sull’erba, sono corteggiate da due giovani canottieri, Henri e Rodolphe.
Dopo il picnic, mentre Monsieur Dufour e il commesso Anatole vanno a pescare con le lenze prestate dai due giovanotti, le donne sono invitate ad una gita in barca sul fiume. La madre sale con l’intraprendente biondo Rodolphe, la figlia accetta la compagnia del riservato e bruno Henri. Nell’isoletta magica dove egli la conduce, al canto dell’usignolo, cede al suo abbraccio. La pioggia interrompe l’idillio.
Passa qualche anno. Anatole ha sposato Henriette.
Una domenica, Henri torna con la sua barca all’isola magica. Inaspettatamente incontra Henriette. Entrambi non hanno scordato quel lontano pomeriggio. Entrambi confessano di ritornare in quel luogo a ricordare. Henriette a stento trattiene le lacrime, ma la voce impaziente di Anatole la richiama alla realtà.”
A detta di Gian Piero Brunetta, “poche altre volte il cinema è riuscito a comunicarci come il senso di un’intera vita possa confluire in un incontro di poche ore, in un solo punto di pienezza fisica e sentimentale e perfetta sintonia con la natura”.
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Tempo di scampagnate, certo. E, se nel vostro itinerario non dovesse capitare una sosta al Restaurant Poulaine, mettete qualche fettina sottile di Pesca Saturnia ® nel vostro panino con il formaggio.
Senza dimenticare che il consumo migliore è quello nature, con la buccia che dona velluto.
E buona scampagnata 😉
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